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Mangiare come metafora del guarire, del tornare in comunicazione con la terra e gli altri, quindi forma cosmico-religiosa. Curare è aiutare una persona ad uscire dal sintomo che la divide dentro e la separa dagli altri: ogni malattia è in fondo perdita del proprio intero. Per un curante si tratta di tener fermo lo sguardo proprio su quello che generalmente è scartato dalla mente e dalle teorie della cura: pietà e pudore, scandalo e stupore, tentazione e conversione... angoli celati di vissuti ignorati. Ma è da questi "scarti" che si rialzerà la rinnovata integrità, l'identità spirituale essa stessa già cura. Prendersi cura è accompagnare facendosi guidare dalla singolarità di una vita, non la vita di un paziente ma di una persona. Curare è uscire da un tempo e spazio di separazioni e successioni (scarti) per una con-presenza e con-temporaneità che potrà aprire ad una nuova conoscenza. Prefazione di Antonio De Luca.